Dopo mesi e mesi di attesa è nato il nostro blog, aperto a chiunque voglia renderlo migliore!! Siamo un gruppo di ragazzi e ragazze della parrocchia di S. Maria delle Grazie a Calenzano e vogliamo far conoscere agli instancabili navigatori del web le nostre imprese. Vorremmo far partecipe il "mondo" delle nostre esperienze e speriamo che i nostri racconti vi entrino nel cuore e vi spingano a crescere mentalmente e spiritualmente...
Ecco a voi i

"Un foglio giallo shocking"
i giovani iniziano il cammino nell'anno della fede

È stato questo infatti lo spunto per un'intensissima giornata di "ricarica spirituale" per i senior del gruppo. Luogo: il monastero delle suore Clarisse di s. Agnese, sulle colline sopra Firenze. Un posto nascosto, ma incredibilmente accogliente, tanto negli ambienti essenziali quanto nella serenità sorridente di chi vi vive. Ma andiamo per ordine.
In una mattina non proprio idilliaca (vento, pioggia e un freddo cane) e ancora storditi dall'ora legale abbiamo raggiunto il monastero; qui l'introduzione ai ritmi tutti particolari della vita del luogo non poteva che iniziare con la preghiera: Angelus, lodi, e terza.
Ora, chi scrive non ha sempre un rapporto facile con la preghiera, troppo spesso vissuta come un "qualcosa da fare", quasi per obbligo autoimposto; e che inevitabilmente finisce per scadere nella ripetizione automatica di formule. Una volta finito, ecco fatto il dovere (sono una buona cristiana, no? Ho pregato, ho incluso Dio nella mia vita quotidiana). Bene, la vita delle Clarisse capovolge questa visione ristretta: si incentra sulla preghiera in quanto mettersi davanti al Signore. E basta. Mettersi davanti a una Presenza, sentita come un Amico speciale. Parlare con un amico, frequentarlo, può mai essere avvertito come un dovere?

È seguita la Messa, celebrata dal card. Piovanelli nella piccola chiesa, quindi l'incontro con suor Chiara Alessandra e suor Martina, che ci hanno accompagnato per tutta la giornata. Attraverso la grata del parlatorio, ci hanno aiutato nella riscoperta del desiderio di Dio e della relazione con Lui: non è possibile se non ci si riconosce bisognosi (il cieco Bartimeo, i discepoli), ed è favorita dai fratelli che, più o meno consapevolmente, ci suggeriscono la strada (la folla che dice al cieco: "Alzati, ti chiama", Giovanni Battista che indica "l'Agnello di Dio"; ma perché non potrebbe trattarsi anche di qualcuno che ci offre un buon consiglio o un'occasione?). Gesù stesso ci interpella liberamente ("Che cosa vuoi che faccia per te?") a partire da ciò che fa parte di noi e della nostra vita: scatta allora spontaneo il desiderio di conoscere di più la Sua ("Maestro, dove abiti?" = Facci conoscere le Tue cose). E la risposta è immediata: "Venite e vedrete." A chi si accosta con desiderio a Lui, il Maestro risponde con la presenza piena d'amore, che sperimentiamo concretamente ogni volta che ci accostiamo all'Eucarestia. Importante l'annotazione dell'Evangelista: "erano circa le 4 del pomeriggio", come a dire che il momento in cui facciamo un incontro del genere rimane impresso in modo indelebile nella memoria; e ci viene offerto come appuntamento settimanale nella Messa, come se Gesù stesso dicesse ad ognuno: "Oh! Adesso sai dove abito: ricordati che io sono qui tutti i giorni ad aspettarti!"*.
Dopo la riflessione è seguito un momento di svago e il pranzo, tutt'altro che frugale. Urgeva far digerire corpo e mente, e allora via al deserto della riflessione personale e all'Adorazione Eucaristica insieme alle monache, condotta esprimendo ciò che Gesù è per ognuno (luce, misericordia, senso di vita).

Infine, davanti a un tè caldo, la condivisione delle impressioni sulla giornata. Il discorso non poteva non finire sulla scelta di vita delle nostre due accompagnatrici: passare la vita tra quattro mura, in contemplazione e preghiera, è una decisione radicale, e il "per sempre" è un qualcosa che oggi suona sconcertante, per non dire claustrofobico. Spesso infatti viene chiesto loro se hanno la possibilità di uscire. Di incredibile semplicità la loro risposta: naturalmente sono libere di andarsene quando vogliono (arguta suor Chiara Alessandra: le serrature sono tutte all'interno!), ma perché dovrebbero volerlo? Tra quelle mura hanno trovato tutto ciò che cercavano, cioè Qualcuno che ha dato loro una relazione (vedi sopra) di incredibile pienezza. Che cosa potremmo trovare, dicono, fuori? Nessuna relazione che potremmo stabilire al di fuori potrebbe accontentarci, se non momentaneamente.
Credo che nessuno di noi sia uscito da là dubitandone, dopo aver visto la pace e la serenità che trasparivano da ogni loro sguardo e atteggiamento, che si trattasse di pregare o di chiacchierare con noi.

"Quello che cercavo l'ho trovato qui...." (dal canto Francesco vai)

*I due brani citati sono Mc 10,46-52 e Gv 1,35-39.